Cara Santa Lucia,
mia musa giocoliera del destino, lanciatrice dei miei dadi fatali, inguaribile burlona, donna volante non vedente e senza pensione di invalidità: quest’anno la mia lettera è di congedo dalla tua notte di fatiche.
Anzi, se devo dirtela tutta vorrei la raccogliessi quando hai proprio finito di fare tutto il giro, te la portassi a casa e te la leggessi in tutta calma subito dopo aver parcheggiato l’asinello nel tuo box privato, ti sia messa in tuta e babbucce imbottite e magari ti sia versata il bicchiere di rhum dopo gli straordinari di questi giorni.
Tag: Lettera
Esim Egr Gent Cariss
Santa Senti Lucia, parliamone.
E’ vero, lo scorso anno hai realizzato quasi tutte le mie richieste – non che il corsivo sul “quasi” stia a sottolineare una svista particolare -, devo ammetterlo, ma se il prezzo da pagare era questa situazione economica prima fammi una controproposta. Valuto se avanzare richieste. E magari giro la faccenda all’avvocato e ve la vedete fra di voi.
Via le mani dal sacchetto di cenere e pure dalla borsetta del carbone, stavo scherzando. Non serve cavarmi gli occhi né alcuno spargimento di sangue.