Lascia scivolare le dita su quella tastiera: qualcosa ti verrà pur in mente.
Il problema non è poi così effimero. Avete presente la matassa? Ecco, conoscete il detto “prendere il bandolo della matassa”?
Ora, immaginate una matassa grande. Tanto grande.
Grande al punto da non riuscire a capire dove, o quale sia il bandolo giusto.
Sono tanti. E quando ti ci tuffi con la memoria, ti rendi conto che subito dopo arriva un “bandolo” ben più avvincente, ben più divertente, ben più memorabile.
Può sembrare l’inizio melenso di un racconto degno de “la-casa-nella-prateria”: non voglio deludere le vostre aspettative. Certo è che le cose non sono andate propriamente come in casa Ingols, nella memorabile serie.
Esiste un livello sottile di leggerezza, oltre il cui le cose sembrano esagerate, altrimenti troppo seriose, altre ancora troppo insulse per esser degne d’attenzione.
Esiste un filtro che troppo spesso applichiamo alle cose che pensiamo per poi dirle nel modo compatibile con il mondo che circonda. Questione di étiquette, e di nient’altro.
Categoria: misantromia Pagina 8 di 12
Non é questione di belli o brutti. Né di buoni o cattivi.
Straordinari.
Straordinaria.
Ciao mamma.
Dialoghi aulici 2
N: Salva nella cartella: Afterhours – I milanesi ammazzano il sabato
E: i romani pure l’artri giorni.
Un minuto di silenzio.

Questione di sangue.
Ci si aiuta a vicenda in famiglia. Con metodi più o meno comuni, con modi più o meno usuali.
Ci sono quelli che si chiudono a riccio risolvendosela fra di loro (Agnelli, per esempio), oppure chi cerca di risolvere le proprie cose in pubblica piazza (Kennedy).
C’é chi lo fa con metodi di conforto, e chi – come nel mio caso – con frecciate acide ed accanimenti sul più debole.
Se poi i toni umorali s’abbassano proprio tanto, allora occorre distruggere qualcosa che tanti considerano “figo”.
Ecco allora l’amatissimo fratello che dal nulla manda un segnale pronto a squarciare il cielo.
SMS: “In V come vendetta dice che abbattere un palazzo può cambiare il mondo… …. …. ma di che anno é?”
Grazie bros.
E’ da stamattina che ho in testa questa canzone. No, non li avevo mai visti in faccia: che belli che sono!
Un augurio tutto speciale a Gianluca e Claudia. Oggi hanno un erede. Un minuscolo erede.
Ciao Federico.
Mi viene in mente solo una canzone, per dargli il benvenuto in tutta questa cagnara.
Da chi ancora non mi conosce.
Un po’ di cibo per il mio ego, soprattutto per la soddisfazione di aver a che fare con chi ha occhi non comuni.
Stai nei miei occhi
Sempre avvezzo
Tutto e adesso
Proprio te,
Che ti snodi in mezzo alla gente
Elettrico eppure così
Leggero
E cammini come se fossimo allo scadere
Sposti lo sguardo come cercando la cosa
Quella
Specifica
Cosa
Personaggi acquisiti: Massimo.
La pausa pranzo dal lavoro la passo giornalmente nello stesso bar.
Bar dove vado anche a fare colazione e pausa caffé. Insomma, tempo un mese e già io ed il barista ci davamo del “tu”.
Massimo, il suo nome.
Nel tardo pomeriggio di un giorno calcisticamente e romanamente impegnato:
<<ma ‘vvaffanculo va. Tra poco gioca ‘a Roma e tu qui a rompe lì coioni!>> dice rivolto ad un cliente.
<< Ma ggioca ae nove ‘a Roma!! >> risponde un signore sulla settantina.
Altre origini: le fonti di un’idea. Passo III.
Essere pessimisti circa le cose del mondo e la vita in generale è un pleonasmo, ossia anticipare quello che accadrà.
Fra 30 anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la tv.
Io non sono comunista perché non me lo posso permettere.
La castità è il miraggio degli osceni.
Parlare d’amore è solo fare dei pettegolezzi intorno a un mistero.
I grandi amori si annunciano in un modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza?
Ci sono molti modi di arrivare, il migliore è di non partire.
Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.